
Milioni di anni fa, queste terre erano sommerse da un caldo mare tropicale, il cui lento ritiro ha lasciato un'eredità di sedimenti argillosi, fossili e minerali.
La stratificazione geologica e le forze erosive successive hanno creato una gamma straordinariamente variopinta di suoli, che cambiano gradualmente salendo: dalla base più morbida e argillosa, con predominanza di galestro e argilliti, alla sommità, dove dominano conglomerati e affioramenti tufacei, più rocciosi e minerali.
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Le argille sono una presenza costante e fondamentale nel paesaggio della Val d’Orcia, eredità del mare pliocenico che ricopriva la regione milioni di anni fa. Nelle vicine Crete Senesi, questi suoli, combinati a salgemma e gesso, sono noti come mattaione; a Tenuta San Giorgio, le argille sono grigiastre, estreme ed indomabili.
La loro natura densa e tenace, ricca di minerali, non solo offre alle vigne un ancoraggio profondo e un nutrimento costante, ma influisce direttamente sul profilo dei vini, conferendo loro una marcata profondità marcata e una vibrante brillantezza nei colori. È da queste terre che il Brunello Ugolforte trae il suo carattere potente e deciso.
Qui è lì, emerge il tufo: le tufaie, come sono chiamate in gergo locale, offrono suoli leggeri e minerali, la cui porosità garantisce un ottimo drenaggio – favorendo, di conseguenza, una maturazione più sana e costante delle uve e quindi un’equilibrata estrazione di composti fenolici. È a questo tipo di suolo che i vini di San Giorgio devono la loro pienezza e rotondità.
Nella parte alta della tenuta, un anfiteatro naturale ospita le terre rosse, ricche di ferro e minerali ossidati. Qui, i suoli sono poveri di materia organica e la maturazione è lenta e regolare. Gli acini che crescono sulle terre rosse sono più piccoli e hanno una pelle più spessa, caratteristiche che favoriscono una maggiore concentrazione di composti fenolici; questo permette ai vini che ne derivano di acquisire grande struttura e importanza. È proprio a queste terre che l’Ugolforte Riserva deve la sua complessità e capacità d’evoluzione.
Alla base delle pendici, predominano Galestro e argilliti. Il galestro, una formazione friabile di silt e argilla, garantisce un eccellente drenaggio e un apporto minerale ideale, favorendo una struttura tannica fine e complessa nei vini. Le argilliti, compatte e capaci di trattenere l’umidità, offrono fertilità naturale e sostegno alla crescita delle viti, arricchendo i vini di intensità.
Le arenarie si trovano principalmente lungo le pendici più basse della tenuta, dove i terreni ricchi di silice sono composti da sabbie e ciottoli ben compattati. La struttura di questi suoli conferisce ai vigneti una buona capacità di drenaggio, riducendo il rischio di ristagni idrici e favorendo la crescita equilibrata delle viti. La particolare composizione delle arenarie dona ai vini di San Giorgio una vivace spinta acida e grande purezza nelle note fruttate.
Verso la sommità delle colline emergono conglomerati e rocce spugnose, frutto delle antiche attività vulcaniche del Monte Amiata. Le rocce spugnose, spesso accompagnate da affioramenti di acque calde, arricchiscono il terreno di minerali preziosi, favorendo l’espressione aromatica e la complessità del Sangiovese.
I calanchi sono il risultato di un’intensa erosione idrica su terreni argillosi instabili. Sono suoli – e scenari – estremi, privi di vegetazione e ricchi di sali minerali. Le argille grigiastre che li caratterizzano sono difficili da lavorare, ma la loro durezza sa donare ai vini notevole struttura e una vigorosa, longeva intensità.

Ai Piedi
Della Montagna
Alle pendici del Monte Amiata, nel cuore della Toscana meridionale, Tenuta San Giorgio si estende sulle colline a sud di Montalcino, nel comune di Castelnuovo dell’Abate; una finestra sulla Val d’Orcia che guarda a est e sud-est, dal privilegiato punto d’osservazione di una dorsale a 400 metri d’elevazione.
L’Amiata è una presenza costante e benefica. Le sue cime generano fresche correnti notturne che scendono a valle e, di giorno, favoriscono l’ascesa di venti caldi, in un’interazione che premia e nutre la vite.
Da ovest arriva il mare, nella secca brezza mediterranea che soffia tra i filari. Questo è un luogo in cui la biodiversità è protagonista: 110 ettari di boschi, uliveti e seminativi proteggono i vigneti, creando un ecosistema integro e armonioso.
Vigneti


